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Dropshipping
Cos'è il dropshipping? È legale? A cosa bisogna stare attenti? Dove possono risiedere i pericoli?
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Dropshipping

Avete fatto un ordine online da un presunto negozio italiano e il prodotto ci sta mettendo tempi esageratamente lunghi ad arrivarvi? Oppure vi siete accorti che il prodotto che vi è arrivato è di bassa qualità sebbene lo abbiate comprato a buon prezzo? Il motivo potrebbe essere il dropshipping, uno schema di vendita sempre più in voga.

Si tratta di un business online che pare essere spesso pubblicizzato nel mondo giovanile e non solo. Pare che, stando alla narrazione di queste pubblicità, spesso incontrate quando si fanno ricerche online, il dropshipping abbia consentito di fare guadagni “facili” a molti venditori, che sfoggiando le loro camicie colorate e panorami mozzafiato alle spalle, invitano a seguirli in questo nuovo magico mondo della vendita. Non è illegale. Ma in gran parte dei casi porta l’acquirente ad essere raggirato.

Come si sviluppa, nel concreto, il dropshipping?

Il venditore mette in vendita un prodotto sul web e il consumatore richiede di acquistarlo, come fa di consueto quando vuole comprare qualcosa in rete. Tuttavia, la persona da cui si effettua l’ordine, in realtà, non dispone materialmente del prodotto nei propri magazzini – o nemmeno ha dei magazzini – bensì, a sua volta, ordina il prodotto stesso da un fornitore terzo che invia direttamente la merce al consumatore. Di fatto il guadagno dato dal dropshipping è quello di un intermediario, inutile a un consumatore che sapesse di poter trovare lo stesso prodotto a prezzi molto più bassi su siti terzi. Siti che, a lato pratico, sono gli stessi che gli faranno recapitare il prodotto.

Un inconveniente tipico del dropshipping infatti è quello di acquistare da un venditore dei prodotti a prezzi apparentemente vantaggiosi per poi scoprire che questi stessi prodotti sono in vendita su piattaforme come AliExpress a prezzi ancora più bassi. Nella differenza c’è il guadagno del dropshipper.
Inoltre fra i rischi del consumatore il più delle volte ci sono gli oneri doganali, la difficoltà a comunicare con il fornitore e a far valere la garanzia, la possibilità di dover affrontare elevati costi di spedizione nel caso in cui si debbano effettuare restituzioni o riparazioni.

Gli oneri doganali potrebbero essere richiesti laddove il dropshipper importi merce da Paesi che si trovano al di fuori della comunità europea, come nell’esempio più frequente di prodotti cinesi.

Dazi e IVA – Di cosa tenere conto

Per ordini da Paesi terzi extra UE, vengono applicati dazi all'importazione per spedizioni di valore superiore a un determinato importo e a seconda del prodotto importato; sui beni di un certo valore si applica anche l’IVA (per maggiori informazioni, contattare l’Agenzia delle Entrate e/o delle Dogane).

Qualunque negozio online è tenuto a informare il consumatore prima dell'acquisto che il fornitore ha sede in un Paese terzo e quali commissioni e costi debbano essere sostenuti. Se si rimane spiacevolmente sorpresi dalle tasse doganali da pagare al momento della consegna, si può rifiutare il pacco e esercitare il proprio diritto di recesso. Il negozio online da cui si è effettuato l'ordine è responsabile di tali resi e rimborsi.

Come si può riconoscere il dropshipping?


Di solito, quando si fa un acquisto da un dropshipper, non è specificato che sia usato questo metodo di vendita. Talvolta i siti di vendita dichiarano che stanno ordinando i prodotti direttamente da un fornitore, ma è bene cercare di capire se si tratti di dropshipping oppure no. Come?
  • Tempi di consegna poco chiari o lunghi:

    i fornitori di dropshipping hanno spesso sede in Asia. Ecco perché spesso occorrono settimane o addirittura mesi prima che l'ordine arrivi a destinazione. Poiché i negozi online non hanno alcun controllo a riguardo, non ci sono informazioni sui tempi di consegna, o sono molto vaghe.
  • Il venditore usa un indirizzo privato:

    il sito web da cui si compra indica un indirizzo privato, ad esempio per la restituzione di pacchi. In questo caso, probabilmente si tratta di un'attività di dropshipping. Per capirlo è sufficiente controllare l’indirizzo su Google Maps.
  • Non viene data alcuna immagine del prodotto originale:

    i negozi online che lavorano con il metodo del dropshipping spesso non utilizzano le immagini dei prodotti originali ma prendono semplicemente quelle dalle piattaforme dei rivenditori. Per smascherare il metodo in questo caso basterebbe confrontare l'immagine del prodotto fornita dal negozio online con quelle esposte su siti come AliExpress, Alibaba o Wish.
  • Errori grammaticali:

    spesso le descrizioni dei prodotti sono tradotte in modo approssimativo dall'inglese. Se compaiono frequenti errori grammaticali e/o frasi costruite in modo strano, è probabile che si tratti di un sito di dropshipping, se non di una truffa.

Come tutelarsi – le regole per la garanzia

Quando si effettua un ordine su un negozio online, si stipula un contratto con il venditore. Nel caso del dropshipping, il partner contrattuale è il dropshipper (negozio online), non il fornitore. Il responsabile della consegna di un buon prodotto, quindi, è il dropshipper, che deve rispettare la garanzia legale. Ecco quali sono gli aspetti di cui tenere conto a questo proposito:

a. si può restituire l'ordine entro il periodo garantito per il diritto di recesso di 14 giorni;
b. il venditore non è obbligato a fornire un indirizzo di restituzione italiano. Il dropshipper può fornire l'indirizzo del fornitore per la restituzione dei pacchi, ma deve averlo menzionato al momento della vendita. Deve inoltre indicare chiaramente in anticipo il fatto che il costo della spesa di restituzione dell'ordine sia a carico del consumatore e l’indirizzo a cui va effettuata.
c. Il prodotto ricevuto è difettoso? Oppure si è rotto durante il periodo di garanzia? Il negozio online deve offrire una soluzione e non nascondersi dietro al fornitore.