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Centro Europeo Consumatori (CEC) Italia ufficio di Bolzano

Il recesso da un contratto



Quante volte, dopo aver firmato un contratto di acquisto di un prodotto o di un servizio, vi accorgete che la vostra scelta non è stata delle migliori o che forse di ciò che avete comprato potevate anche fare a meno? È a quel punto che sorge il dubbio se sia ancora possibile “recedere“ dal contratto.

Quando è possibile recedere da un contratto?

La regola fondamentale da ricordare è: di norma, per un contratto validamente concluso, non esiste un diritto unilaterale (e gratuito) di recesso, a meno che non sia il contratto stesso a prevedere un tale diritto.
Ossia, di solito, se firmo un contratto non posso recedervi se non è previsto dal contratto stesso.

Ciò vale in modo particolare per gli acquisti effettuati in negozio: il venditore non è obbligato a cambiare il prodotto, ad esempio, quando al compleanno il festeggiato ha ricevuto due regali identici. Nel caso in cui il negoziante sia disponibile al cambio merce, si tratta di un mero gesto commerciale e il venditore può pertanto anche deciderne le condizioni: come, per esempio, cambiare il prodotto soltanto entro 2 settimane dall'acquisto, oppure emettere un buono invece che restituire il prezzo.

In altri casi è la legge a prevedere esplicitamente un diritto di recesso. Nei casi in cui il consumatore non abbia l'opportunità di provare e di vedere direttamente la merce (come per esempio negli ordini effettuati tramite telefono, cataloghi o anche online), viene garantito dal legislatore europeo il diritto di ripensare nuovamente sulla decisione di acquisto presa. Così anche negli acquisti online. Vediamo in quali casi l'UE riconosce ai consumatori un c.d. diritto di ripensamento:

1) contratti negoziati fuori dai locali commerciali

Si tratta di contratti firmati fuori dai locali della ditta venditrice o del professionista (es. nel domicilio o sul posto di lavoro del consumatore, per strada...). Maggiori informazioni su questi contratti sono disponibili qui.


2) contratti conclusi a distanza

Si tratta di acquisti effettuati attraverso tecniche di comunicazione a distanza, utilizzando, per esempio, telefono, televisione, fax o internet.

Quindi in entrambe queste tipologie di contratto, concluso fuori dai locali commerciali o senza la presenza fisica del venditore (a distanza), il legislatore europeo ha previsto un diritto di ripensamento gratuito per la cosiddetta parte debole del contratto, ovvero il consumatore.

Ci sono però alcune eccezioni: per alcuni tipi di beni e servizi non è comunque possibile recedere, ad esempio se si tratta di contratti del tempo libero, di beni confezionati su misura o di beni sigillati. Non è peraltro possibile recedere da un contratto concluso fuori dai locali commerciali se il corrispettivo pagato non è superiore a 50 Euro. Tale limite di valore non vale invece per i contratti conclusi a distanza.

Il termine per esercitare il diritto di recesso è di 14 giorni di calendario dalla data di conclusione del contratto nel caso di servizi e dal ricevimento della merce nel caso di un bene. Il termine è prorogato di un anno se il professionista non informa correttamente a proposito del diritto di recesso.

Per comunicare al professionista la decisione di esercitare il diritto di recesso, il consumatore può utilizzare il modulo tipo di recesso che gli era stato consegnato oppure presentare una qualsiasi altra dichiarazione esplicita. L'onere della prova incombe sul consumatore. Meglio evitare, dunque, una comunicazione telefonica. Inoltre la merce va rispedita al venditore a spese del consumatore.

Qui invece potete scaricare gratuitamente il modulo standard di recesso.

Lettera tipo - Modulo standard di recesso
Questo modulo può essere compilato per recedere da un contratto a distanza o negoziato fuori dei locali commerciali entro 14 giorni (di calendario) dal ricevimento dei beni o dalla data di conclusione del contratto nel caso di fornitura di un servizio.
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