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20.12.2017

Abbonamenti-trappola in internet: attenzione alle pagine per lo streaming di film

 
Scaricare film da tutto il mondo e poi scoprire che andare al cinema sarebbe costato meno: questo è ciò che molti consumatori, soprattutto quelli che hanno scaricato film in lingua tedesca, stanno scoprendo in questi giorni, dopo aver ricevuto una richiesta di pagamento via e-mail per avere concluso un abbonamento annuale.
Clara non vede l'ora di passare una serata di cinema e consulta le pagine di streaming online. Questo sì che suona bene: "Guarda film e programmi TV online gratuitamente". Clara clicca sul suo film preferito e le viene chiesto di creare un account gratuito. Clara clicca nuovamente ed accede alla maschera di accesso "registra un nuovo account", dove inserisce il suo nome e cognome, il suo indirizzo e-mail e una password e infine clicca su "registrati". La scritta in piccolo sotto al pulsante di registrazione "Completando questo modulo, l'utente accetta i Termini di utilizzo" Clara la ignora. Vedere il film scelto non è facile, la pagina ci impiega sempre molto tempo a caricare, fino a quando Clara lascia perdere e interrompe la sua serata di cinema e decide di andare a letto prima.

Due settimane dopo alla miserabile serata di cinema Clara riceve una fattura per diverse centinaia di euro e stupita legge: "Gentile Sig.ra Clara, il 9/10/2017 Lei si è registrata sul nostro sito web per un periodo di prova di 5 giorni. In base alle nostre condizioni d'uso, aveva la possibilità di cancellare il Suo account dalle Sue impostazioni durante l'intero periodo di prova. Poiché non lo ha fatto, il Suo account è stato automaticamente rinnovato per 1 anno con lo status premium. A questo proposito La informiamo che ci risulta una fattura aperta di € 238,80 più IVA (12 mesi ad Euro 19,90 ciascuno) per il periodo contrattuale di un anno".

Spaventata, Clara chiama il Centro Europeo Consumatori (CEC) a Bolzano. Le consulenti del CEC capiscono immediatamente di che cosa si tratta e spiegano: "Questo è un abbonamento-trappola! È molto probabile che il fornitore di questi servizi di streaming utilizzi cosiddette "landing pages", ovvero siti Web appositamente progettati per poter modificare il contenuto. Dopo aver richiamato il link ufficiale trovato sul motore di ricerca, gli utenti finiscono sulle pagine appositamente create per far cadere in trappola i consumatori. Ciò spiega anche la circostanza che in fase di registrazione al sito non si abbia notato il riferimento ai costi e al fatto che si tratta di un abbonamento di prova – informazioni che invece si trovano sul sito ufficiale del prestatore del servizio. Molto probabilmente la maschera di registrazione del sito-trappola era molto simile a quella del sito ufficiale, ma senza, appunto, le fondamentali informazioni per l'utente a proposito dei costi! Per questo motivo i consumatori non si rendono conto di aderire ad un abbonamento di prova che dopo soli 5 giorni si trasforma, senza preavviso, in un abbonamento annuale molto costoso.

Clara ha capito cosa è successo e chiede alle consulenti del CEC come evitare di finire di nuovo in una tale trappola. „Siccome i siti trappola sono creati appositamente per non essere riconosciuti come tali, i consumatori dovrebbero semplicemente essere molto attenti prima di divulgare i propri dati personali e leggere attentamente le condizioni generali di contratto – questo è un consiglio che vale per qualsiasi registrazione o acquisto in rete ed è davvero l'unico consiglio che possiamo dare“, spiegano le esperte del Centro.

Negli ultimi mesi le consulenti del CEC hanno ricevuto molte richieste come quella di Clara e hanno pertanto elaborato delle utili lettere-tipo per rispondere alle richieste di pagamento. Le lettere-tipo possono essere scaricate gratuitamente sul sito www.euroconsumatori.org. Per maggiori informazioni e suggerimenti il Centro Europeo Consumatori è disponibile al numero 0471/980939 oppure inviando una e-mail a info@euroconsumatori.org.


Comunicato stampa
Bolzano, 20/12/2017

 

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