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Centro Europeo Consumatori (CEC) Italia ufficio di Bolzano
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05.08.2020

Pneumaticone: cosa fare se il rimborso tarda ad arrivare?

 
Sono trascorsi diversi mesi dall’avvio, ad opera dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, di un procedimento nei confronti della ormai nota Pneumaticone, società spagnola attiva nella vendita di pneumatici protagonista di diverse lamentele di acquirenti che, dopo la conferma dell’acquisto e la promessa di consegna entro 15 giorni, sono costretti ad aspettare mesi per il rimborso di quanto pagato per prodotti mai recapitati.
Dall’inizio dell’anno, sono circa 700 i consumatori rivoltisi al Centro Europeo Consumatori Italia per ottenere la restituzione degli importi pagati; sebbene in un primo momento i tentativi stragiudiziali esperiti attraverso la rete ECC-Net (rete dei Centri Europei dei Consumatori) e la piattaforma ODR abbiano sortito esito positivo, concludendosi con il rimborso tanto atteso da parte della società, attualmente questa sembrerebbe attraversare un periodo di crisi finanziaria che non consentirebbe l’erogazione, almeno per il momento, delle somme dovute e dunque la composizione amichevole della controversia.

Cosa fare allora se si è ancora in attesa del rimborso?

Se il pagamento è stato effettuato con carta di credito è possibile contattare il circuito emittente la stessa (ad esempio Mastercard, Visa…) e richiedere l’attivazione della procedura di chargeback; si tratta di uno storno della transazione, i cui presupposti (ad esempio i termini entro cui può essere richiesta) sono espressamente stabiliti nelle condizioni del contratto stipulato il circuito.

Se il pagamento è stato effettuato tramite PayPal, è possibile effettuare una contestazione con il circuito; PayPal, acquisita opportuna documentazione e verificate le allegazioni del consumatore, può accordare il rimborso in favore dello stesso.

Nell’ipotesi in cui non vi siano i presupposti per fare ricorso a tali rimedi, ad esempio perché si è pagato tramite bonifico bancario o perché sono decorsi i termini per l’attivazione della procedura di charge-back, è possibile adire le vie legali attivando il procedimento europeo per le controversie di modesta entità . Tale procedimento, istituito con Regolamento CE 861/2007 nell’ambito della cooperazione giudiziaria tra Stati Membri in materia civile e commerciale rappresenta uno strumento semplice da utilizzare per le controversie transfrontaliere il cui valore non ecceda i cinquemila euro, costituendo un’alternativa, per i consumatori, ai procedimenti ordinari previsti dalle normative nazionali. La procedura, dai costi ridotti e che non richiede la necessaria assistenza di un legale, si svolge in forma scritta ed è gestita a distanza, secondo un iter semplificato che ne limita la durata; l’organo giudiziario ha infatti 30 giorni di tempo, da quando tutti gli elementi utili ad istruire la controversia sono stati acquisiti, per definire la controversia. Per avviare la procedura è sufficiente che il consumatore compili il modulo A allegato al regolamento istitutivo della procedura e lo corredi della documentazione giustificativa della domanda; sarà poi necessario inviarlo all’organo giudiziario competente che, esaminata la domanda, potrà richiedere le necessarie integrazioni, rigettarla, oppure informare la controparte dell’azione intrapresa invitandolo a produrre una memoria difensiva. È inoltre importante ricordare che, trattandosi di una controversia di consumo, in questo specifico caso il consumatore può indirizzare la domanda al giudice di pace del proprio domicilio.

Per maggiori informazioni sulla procedura è possibile collegarsi al portale europeo della giustizia elettronica al seguente link: https://e-justice.europa.eu/content_small_claims-42-it.do.

Il Centro Europeo Consumatori Italia ha inoltre allertato le autorità europee effettuando una cd. “segnalazione esterna” nei confronti della stessa, secondo la funzione di cui è stato investito a norma del recente regolamento (UE) 2017/2394, sulla cooperazione tra le autorità nazionali per l’esecuzione della normativa a tutela i consumatori. Tale segnalazione ha indotto la Direzione Generale del Commercio e del Consumo di Las Palmas, sede di Pneumaticone, ad intraprendere un’indagine.

Si segnala infine che attualmente il sito internet di Pneumaticone non è più attivo; qui è possibile leggere il comunicato ufficiale della società.
 

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