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27.06.2016

Criptovalute: i pericoli e i rischi in agguato

 
La curiosità intorno alle criptovalute sta aumentando vertiginosamente e costituisce un'attrazione fatale per coloro che vogliano moltiplicare il proprio denaro alla svelta. Tuttavia anche nel mercato delle criptovalute circolano delle offerte che si sono rivelate dei veri e propri sistemi piramidali illegali.
Al Centro Europeo Consumatori – Ufficio di Bolzano (CEC) giungono numerose segnalazioni inerenti le criptovalute: dal momento che il tenore delle richieste varia e c'è confusione in materia di criptovalute, il CEC cerca di fare un po' di chiarezza.

Cominciamo innanzitutto dal Bitcoin: cos’é? Come funziona? Il Bitcoin è una moneta virtuale, usata per eseguire acquisti di beni o servizi presso quegli operatori commerciali che li accettano. Al fine di utilizzare i Bitcoin, un utente deve disporre di un portafoglio virtuale, identificato da una coppia di chiavi crittografiche. I Bitcoin si ottengono attraverso delle transazioni, che sono immaginabili come degli assegni, e che vengono inviati a tutti i “nodi” facenti parte della rete Bitcoin. Tra questi nodi sono presenti i cd. Miners (minatori) che ricevono le transazioni, ne verificano la validità e le inseriscono nella Blockchain, libro mastro pubblico contenente tutte le transazioni Bitcoin finora avvenute. Le transazioni effettuate usando Bitcoin non sono annullabili. Tale criptovaluta costituisce essenzialmente una modalità di pagamento di beni e servizi.

Tuttavia, visto che il mercato delle monete virtuali è in continua evoluzione, non è infrequente imbattersi in criptovalute offerte quali sistemi illegittimi di investimento e dietro le quali si nascondono veri e propri sistemi piramidali illegali. Si ricorda, infatti, che la legge 173 del 2005 vieta e sanziona penalmente ''la promozione e la realizzazione di attività e di strutture di vendita nelle quali l’incentivo economico primario dei componenti la struttura si fonda sul mero reclutamento di nuovi soggetti".

Fino ad oggi il sistema piramidale più noto che fa uso di criptovalute è il Gemcoin: a seguito di un'istanza presentata dalla SEC, (Autorità di Vigilanza Americana) (http://www.sec.gov/news/pressrelease/2015-227.html), i conti correnti del titolare e di chi era al vertice di tale sistema piramidale sono stati confiscati dall'autorità giudiziaria statunitense e le stesse persone sono state denunciate per truffa.

Lo schema di tali sistemi piramidali si può schematizzare come segue: viene offerta una forma d'investimento in criptovalute, con la promessa di rendite elevate nel giro di breve tempo. L'utente viene invitato a comprare un pacchetto, a cui come bonus viene associato un certo ammontare di monete virtuali non attive; ed infine vi sarebbe un sistema di remunerazione per coloro che reclutano altre persone da far entrare in tale sistema.

La legge, inoltre, non si limita a stabilire che i sistemi piramidali – nonché la promozione di questi – sono illegali, ma anche che una proposta d'investimento può essere presentata esclusivamente da un promotore finanziario, iscritto all'albo della Commissione Nazionale per la Società e la Borsa, il quale, sempre a norma del testo unico finanziario, deve procurare all'aspirante aderente i documenti indicanti le caratteristiche, nonché i profili di rischio dell'investimento. La mancata consegna di tali documenti deve costituire campanello d'allarme.

''In tutti questi casi, inoltre, nessuno informa gli aderenti del fatto che la Banca d'Italia abbia emesso un'importante avvertenza, per la quale le attività di emissione di valuta virtuale e di conversione di moneta legale in valute virtuali sono attività riservate ad enti espressamente a ciò legittimati dalla legge. La sua violazione può comportare sanzioni penali.'' così una consulente del CEC.

Si noti bene che una criptovaluta non deve in alcun modo essere confusa con la moneta elettronica, quale ad esempio la carta di credito. Nel caso delle criptovalute, infatti, ciascun utente non avrà mai la disponibilità materiale della moneta “nel portafoglio“, in quanto banconote e monete aventi corso legale possono essere stampate e coniate solamente dalla banche centrali.

Molti dubbi in tal senso, pertanto, devono essere sollevati rispetto alla criptovaluta Onecoin, rispetto alla quale le Autorità di alcuni paesi europei (e non solo) si sono già attivate per frenare la diffusione del fenomeno: l'autorità di vigilanza svedese ha pubblicamente dichiarato che Onecoin è un sistema piramidale vietato dalla legge svedese; la polizia finlandese e lituana stanno indagando su tale criptovaluta ed infine l'Autorità di Vigilanza Finanziaria Bulgara ha ufficialmente ammonito i consumatori di non considerare Onecoin quale prodotto d'investimento in quanto ha infranto la normativa vigente sul collocamento di prodotti finanziari. Per questo motivo nell'ipotesi in cui l'azienda fallisse, il fondo pubblico bulgaro a tutela dei risparmiatori non verrebbe attivato.

Alla luce di quanto finora esposto il CEC invita pertanto alla cautela.
Per maggiori informazioni è possibile contattare il Centro Europeo Consumatori di Bolzano all'indirizzo info@euroconsumatori.org ovvero al numero 0471 980939.

Bolzano, 30/06/2016
Comunicato stampa

 

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