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20.02.2023

Buy Now Pay Later: cos’è e a cosa fare attenzione

 
Marco ha messo nel suo carrello online le sue nuove scarpe. Al momento di concludere l‘acquisto, tra i metodi di pagamento, gli viene offerta la possibilità di pagarle in 3 rate senza interessi, attraverso una piattaforma. Contento della possibilità, Marco conclude l‘acquisto. Subito dopo compra, con la stessa formula, anche delle nuove cuffie, grazie all‘inaspettato budget „risparmiato“. È proprio questo il modello di acquisto ribattezzato buy now, pay later: ma come funziona esattamente questa formula di pagamento e, soprattutto, quali sono i suoi profili più problematici?
La formula di acquisto buy now, pay later, che tradotta suona “acquista ora, paga dopo”, a prima vista sembra il classico acquisto a rate, ma in realtà si tratta di un modello nuovo, con diverse particolarità rispetto al credito al consumo tradizionale. Funziona così: la piattaforma che offre il servizio, al momento dell’acquisto online paga subito tutto il prezzo del prodotto al rivenditore (che ha stipulato un’apposita convenzione con la piattaforma stessa), applicandogli però una commissione. La piattaforma guadagna con le commissioni, i venditori hanno la possibilità di espandere le proprie vendite. Il consumatore, invece, ha il vantaggio di suddividere il pagamento in 3 rate, da ripagare alla piattaforma mensilmente senza interessi (ma sono previste delle penali per l’eventuale ritardo nei pagamenti). Il consumatore non viene però sottoposto a controlli sul suo merito creditizio: ciò significa che non viene fatto alcun controllo preliminare sulla sua capacità di ripagare il debito, come, ad esempio, la richiesta di presentare buste paga. Ciò si traduce in una estrema facilità e velocità di accedere al finanziamento.

Il fenomeno è in grande crescita ed interessa soprattutto i consumatori più giovani, che hanno maggiore dimestichezza con i pagamenti digitali e gli acquisti online e, magari, una capacità reddituale ancora non elevata: può quindi diventare attraente e allo stesso tempo semplice, dividere in 3 rate il pagamento dei propri acquisti, anche per prezzi modici. Inoltre, per i giovani senza ancora un reddito fisso, il sistema può rappresentare un’alternativa al credito al consumo classico, al quale probabilmente non avrebbero accesso.
Banca D’Italia, in una recente ricerca sul fenomeno , riporta che questa modalità di pagamento riguarda ad oggi circa il 4% sul totale degli acquisti e-commerce in Italia (l’8% a livello europeo), con previsioni di crescita generalizzata. I settori più interessati risultano essere quelli dell’abbigliamento, dell’intrattenimento, ma anche dell’editoria e dell’arredamento.

Il fenomeno al momento non è regolato specificamente né a livello comunitario né nazionale, non applicandosi formalmente le disposizioni per il credito al consumo (seppur obblighi generali di trasparenza previsti per il settore bancario possono ritenersi applicabili, riporta anche Banca D’Italia). È probabile tuttavia che la materia avrà una qualche forma di regolamentazione in tempi brevi ed alcune misure, che presumibilmente renderanno più stringenti le regole applicabili, sono già al vaglio da parte del Consiglio e del Parlamento Europeo.

Quali sono però i rischi e gli aspetti potenzialmente problematici a cui fare attenzione?

Il rischio principale è sicuramente quello di perdere d’occhio la situazione sulla propria posizione debitoria. Tanti piccoli acquisti da doversi pagare a rate possono sembrare poca cosa da ripagare, ma, se troppo numerosi, possono creare difficoltá nel rimborso se non si presta la dovuta attenzione. Specialmente i più giovani dovrebbero essere oculati nel valutare le proprie possibilità finanziarie. Acquistare responsabilmente e solo quello di cui si ha veramente bisogno (oltre che ovviamente solo quello che ci si può permettere!) dovrebbe essere il mantra di un consumatore consapevole e attento anche alla sostenibilità. Da non sottovalutare, inoltre, l’aspetto “psicologico” indotto in chi compra: si ha la sensazione di spendere meno, ma è probabile che alla fine si finisca per spendere complessivamente di più.
L’attuale mancanza di regolamentazione del fenomeno è un altro aspetto che desta qualche preoccupazione. Problemi possono infatti insorgere sia nella fase precedente all’acquisto, in particolare se le informazioni precontrattuali non fossero sufficientemente trasparenti, sia nella fase post-vendita. Più complesso, infatti, diventa per i consumatori l’esercizio dei diritti previsti per legge, in particolare la garanzia legale e il diritto di ripensamento. Questo perché nel rapporto classico tra venditore e acquirente si inserisce un soggetto terzo, la piattaforma di pagamento, che ha anticipato il prezzo per il consumatore. Se il consumatore decide di esercitare il recesso entro i 14 giorni garantiti per legge restituendo il prodotto, o se debbano essere effettuate riparazioni, sostituzioni o rimborsi in ragione di difetti di conformità, le eventuali problematiche o discussioni con il professionista possono avere riflessi anche sulle rate ancora da pagare, dato che il contratto di vendita e quello di finanziamento sono ovviamente collegati. “Le prime segnalazioni in questo senso cominciano ad arrivare anche al Centro Europeo Consumatori (CEC) Italia”, racconta Stefano Albertini, coordinatore della sede di Bolzano, ed “è quindi sicuramente buona regola”, continua, “preoccuparsi di notiziare sempre anche la piattaforma di pagamento, oltre che il venditore, nel momento in cui si esercitano i diritti di ripensamento e si denunciano difetti di conformità”. Alcune delle piattaforme prevedono apposite sezioni del sito e dell’app per questo tipo di segnalazioni. In alcuni casi viene offerta una garanzia contrattuale aggiuntiva per i consumatori, ma in concreto i problemi di coordinamento quando non c’è accordo con il venditore potrebbero essere parecchi e di fatto non semplici da risolvere. Attenzione anche a sospendere di propria iniziativa, in caso di problemi con il venditore, i pagamenti delle rate alla piattaforma: senza preventivo consenso di questa potrebbero venire applicate poi le penali previste.

Da ultimo vi è anche da tenere a mente che, in caso di mancato pagamento o di ritardo nel rimborso delle rate, le penali applicate sono solitamente percentualmente elevate e l’importo da restituire, magari inizialmente modico, può lievitare sostanzialmente. Un motivo in più per essere sempre cauti nella gestione dei propri acquisti, in attesa che magari il fenomeno possa avere una regolamentazione specifica.

Bolzano, 9 Febbraio 2023
Comunicato stampa

 

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