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Centro Europeo Consumatori (CEC) Italia ufficio di Bolzano
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22.12.2016

Barriere illegittime nell'online-shopping: consumatori regolarmente svantaggiati negli acquisti transfrontalieri

 
Giá dal 1 gennaio 2010 é in vigore in tutti gli Stati Europei la cd. Direttiva Servizi (2006/123/CE). L'articolo 20.2 ivi contenuto dovrebbe assicurare ai consumatori di poter acquistare negli altri paesi europei senza essere discriminati per la nazionalitá ovvero per la residenza.
Un Report della Rete dei Centri Europei dei Consumatori (ECC-Net) ha dimostrato che nonostante tale divieto di discriminazione, vengono ancora adoperate pratiche, come ad esempio il Geoblocking, che di fatto impediscono o rendono estremamente gravoso per i consumatori il libero accesso ai servizi all'interno dell'Unione.

I consumatori si trovano sempre piú spesso nella situazione di dover pagare un sovrapprezzo oppure una consegna ritardata a causa del domicilio/residenza ovvero della nazionalitá. I risultati del Report mostrano che alcuni commercianti frappongono delle barriere artificiali e molto spesso senza addurre un motivo giustificato. La Rete ECC chiede piú chiarezza per quanto riguarda le condizioni ed i motivi che le aziende possono addurre per negare ovvero rendere piú onerosi certi servizi. Anche in punto di effettiva applicazione della normativa ci sono da fare die miglioramenti.

Di seguito i principali risultati del report:
Tra gennaio 2013 e dicembre 2015, l’ECC-Net ha ricevuto 532 casi inerenti l’art. 20.2 con un aumento del 140% rispetto ai 222 trattati dalla rete tra il 2010 e il 2012.
Il maggior numero dei reclami provengono da consumatori residenti in Austria (138), Italia (68) e Irlanda (66).
Più dell’82% dei reclami erano inerenti alla discriminazione rispetto al luogo di residenza dei consumatori più che alla loro nazionalità e la maggior parte originavano da transazioni online.
Circa il 68% dei reclami hanno riguardato le differenze di prezzo nell’acquisto di prodotti elettronici, di elettrodomestici, di veicoli, di abbigliamento, di libri, di musica o il download di dati.
Circa il 25% dei casi riguardavano la fornitura di servizi nel settore del turismo e del tempo libero, inclusi quelli forniti dalle agenzie viaggi, servizi ricettivi e i parchi divertimento.
Più del 5% dei casi hanno riguardato il settore dell’autonoleggio.
Le aziende che praticavano differenziazioni di prezzo e dei servizi forniti sulla base della nazionalità o residenza dei consumatori bloccavano l’accesso al sito, reindirizzavano automaticamente i consumatori su un altro sito web, rifiutavano la consegna del bene o il pagamento o imponevano prezzi o condizioni di vendita differenti.
Su 243 casi che hanno richiesto un intervento dell’ECC-Net , 54 sono stati segnalati alle autorità di controllo per l’indisponibilità delle aziende a collaborare con la Rete e per la mancanza di giustificazioni plausibili in merito alla pratica commerciale adottata. Per il 57% dei casi segnalati non è stato possibile conoscerne l’esito.
In 19 Stati Membri le autorità di controllo hanno il potere di infliggere sanzioni in caso di violazione della Direttiva Servizi. Di tale potere non sono dotate le autorità di controllo di Cipro, dei Paesi Bassi e della Lituania.

Il Report “Do Invisible Borders Still Restrict Consumer Access to Services in the EU” (disponibile solo in inglese) é il risultato di un'analisi congiunta portata avanti dalla Rete ECC sulla Direttiva Servizi. Il lavoro é stato diretto dal CEC Irlanda e portato avanti dai CEC Austria, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Gran Bretagna. Cliccare qui per il report: http://www.eccireland.ie/wp-content/uploads/2016/12/ECC-Net-Services-Directive-Report.pdf.
Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci telefonicamente allo 0471/980939 oppure scrivendoci un'email all'indirizzo info@euroconsumatori.org.
 

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