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Centro Europeo Consumatori (CEC) Italia ufficio di Bolzano
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22.03.2017

Acquisti online

 
“Attualmente nessun venditore spedisce questo articolo in Italia”
La Germania è un mercato digitale molto popolare non solo dai consumatori di lingua tedesca, ma anche da quelli italiani. A volte però sembra che più di un venditore tedesco non voglia spedire un prodotto nella non tanto lontana Italia.

“È capitato spesso anche a me”, racconta Julia Rufinatscha, consulente legale del Centro Europeo Consumatori (CEC) Italia – ufficio di Bolzano, “che in un primo momento ero entusiasta di avere trovato una super-offerta su un sito tedesco, ma dopo aver inserito l'Italia quale Paese di spedizione compariva un messaggio piuttosto deludente: 'Questo articolo non può essere spedito in Italia', oppure ho notato che il tavolo da ping pong in Germania costava sì meno, ma le spese di spedizione ammontano a più di 100 Euro”. L'esperta di commercio elettronico prosegue raccontando che “in entrambi i casi non mi è restato altro da fare che scordarmi le ottime offerte tedesche”.

Queste pratiche vengono definite “geoblocking”, nel quale rientra non solo il “rerouting”, ovvero il reindirizzamento automatico alla pagina nazionale del Paese di residenza del consuamtore (ad esempio da www.venditore.de a www.venditore.it), ma anche il rifiuto del venditore di spedire la merce o fornire una prestazione in un altro Stato Membro oppure l'adattamento delle condizioni generali di contratto e soprattutto del prezzo al Paese di residenza del consumatore. In riferimento a queste pratiche il settore del commercio elettronico è sotto tiro da parte dell'Unione Europea. A dicembre 2015 la Commissione Europea ha infatti fatto controllare attraverso degli acquisti in incognito (c.d. mystery shopping) 10.296 siti internet. Il risultato: soltanto nel 37% dei negozi digitali è stato possibile effettuare un acquisto transfrontaliero. In tutti gli altri casi di mystery shopping non è stato possibile portare a termine la transazione a causa di limitazioni geografiche.

Le iniziative della Commissione Europea volte a facilitare e rendere più sicuri gli acquisti online nel Mercato Unico si concentrano tra l'altro proprio sul geoblocking e sulla limitazione delle discriminazioni ivi collegate. Queste discriminazioni di prezzo basate sulla cittadinanza o la residenza del consumatore in realtà sarebbero vietate dalla fine del 2009 dalla c.d. direttiva servizi, a meno che non ci siano delle ragioni oggettive che le giustificano. Queste ragioni oggettive possono ad esempio essere i diritti d'autore o il divieto di acquistare determinati beni o servizi (come tabacchi o giochi di fortuna online) in altri Paesi.

Per poter acquistare online senza alcuna limitazione queste barriere devono essere assolutamente eliminate. Il fatto di spedire un prodotto in Austria, Italia o Germania non deve essere determinante per la conclusione di un contratto: solo così il Mercato Unico (Digitale) può funzionare realmente PER i consumatori europei.

Il Centro Europeo Consumatori di Bolzano invita tutti coloro che si sono dovuti confrontare con una delle pratiche del geoblocking a contattare il Centro al numero 0471/980939 oppure inviando una e-mail a info@euroconsumatori.org.


Comunicato stampa
Bolzano, 22 marzo 2017

 

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