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19.01.2021

Viaggi al tempo del Coronavirus: cosa deve considerare chi prenota in anticipo

 
Con le attuali temperature gelide, in molti sognano l'arrivo dell'estate, aspettando con impazienza le loro vacanze e climi più caldi. Nelle prime settimane dell'anno, chi tende a prenotare in anticipo va tradizionalmente a caccia di occasioni. Ma a cosa bisogna fare attenzione in vista della seconda estate dall'inizio della pandemia?

2020 - L'anno dell'orrore per chi voleva viaggiare

Chi era abituato a prenotare in anticipo le vacanze, per l'estate 2020 lo ha fatto con spensieratezza, senza potersi immaginare cosa sarebbe successo. Che si trattasse di un road trip negli Stati Uniti o di ferie nel puro lusso in un resort alle Mauritius, di un volo low-cost per una gita in città a Londra o di un bungalow in campeggio sull'Alto Adriatico, il Coronavirus pareva essere lontano e il viaggio era stato pianificato in anticipo, prenotandolo al miglior prezzo. Ma le prime difficoltà sono sorte già a febbraio: i consumatori che, spaventati dalla notizia di focolai sulle navi, volevano ritirarsi dalle loro imminenti crociere, ma si sono sentiti obbligati a intraprendere il viaggio, perché altrimenti avrebbero dovuto sostenere penali di cancellazione vicine al 100%. Quando, a inizio marzo, è cominciato il lockdown, era chiaro che non sarebbe stato possibile andare in ferie almeno per settimane, ma i rimborsi erano ancora più unici che rari: il voucher Covid introdotto dal governo italiano dava la possibilità ai fornitori di servizi di viaggio di emettere – per le prenotazioni fino al 30 settembre – un voucher al posto di effettuare il rimborso. Rimborso previsto, invece, solo 12 mesi (per contratti di trasporto) o 18 mesi (per prenotazioni alberghiere e pacchetti turistici) dopo l'emissione.

In estate, in parte, è stato nuovamente possibile viaggiare, ma spesso i consumatori sceglievano comunque di non farlo: per paura del contagio, perché le ferie maturate erano state esaurite in blocco o semplicemente perché non c'erano più soldi sufficienti. ”Ciò ha significato un'altra perdita per queste persone, che sono state costrette ad assumersi le spese di cancellazione“ testimonia Barbara Klotzner, consulente del Centro Europeo Consumatori. A ciò sono seguite nuove disposizioni per chi viaggia, come test PCR a campione nella destinazione della vacanza, registrazione preventiva tramite app, restrizioni all'ingresso e regolamenti di quarantena in continua evoluzione, sia in loco sia al ritorno a casa. “Da febbraio ad ottobre 2020 la Rete dei Centri Europei Consumatori (ECC-Net) ha ricevuto più di 52.000 richieste legate al coronavirus“, specifica Monika Nardo del CEC.


2021 - Un nuovo inizio, ma con cautela

Per chi è disposto a viaggiare nel 2021, ora è importante imparare dalle esperienze dell'anno precedente. Non si può prevedere tutto, ma è importante tutelarsi nel miglior modo possibile:

  • Si tenga presente che ci si potrebbe trovare in una situazione in cui dover annullare il proprio viaggio con breve preavviso (cassa integrazione, quarantena, ferie esaurite...). Pertanto, è bene informarsi in anticipo sulle condizioni di cancellazione e cercare offerte che consentano la cancellazione o la modifica di prenotazione gratuita a breve termine.
  • Se si stipula un'assicurazione di viaggio, leggere attentamente i casi di recesso coperti ed esclusi dalla polizza, accertandosi e verificando in anticipo se sono assicurati anche i motivi di annullamento "legati al coronavirus". Conviene che sia coperta anche la potenziale perdita di lavoro; evitare le assicurazioni sanitarie che pagano solo in caso di pericolo di vita (definita “malattia grave” in alcune polizze) o di ricovero in ospedale.
  • Chi fosse impossibilitato a partire per espresso provvedimento dell'autorità (ad esempio perché si trova in quarantena o perché positivo al Coronavirus, oppure perché sussiste un divieto di viaggio per la destinazione) ha diritto a ricevere il rimborso in denaro in virtù della disciplina civilistica sull’impossibilità sopravvenuta (articolo 1463 del Codice Civile) e, relativamente al trasporto aereo, dell’articolo 945 del Codice della Navigazione, rubricato “Impedimento del passeggero”. Tuttavia, ciò vale solo se alla prenotazione è applicabile la legge italiana. Chi prenota il proprio hotel all'estero, non può fare affidamento sul fatto che la situazione giuridica sia la stessa.
  • È importante essere consapevoli del fatto che le disposizioni di ingresso del Paese di vacanza o del fornitore di servizi di viaggio potrebbero richiedere di fornire un risultato negativo al test Covid-19 o un certificato di vaccinazione prima della partenza. Senza questi requisiti/adempimenti potreste dover pagare le penali di recesso previste dal contratto. Si consiglia vivamente di controllare i requisiti di ingresso per la propria destinazione di vacanza solo da fonti ufficiali, come il sito web del Ministero degli Affari Esteri viaggiaresicuri.it.
  • Se la compagnia non effettua il viaggio, deve rimborsare il prezzo entro i termini previsti dalla legge: 7 giorni secondo il Regolamento sui diritti dei passeggeri aerei, 14 giorni secondo la Direttiva sui pacchetti turistici. Nella pratica, però, i consumatori spesso devono attendere diversi mesi prima di ricevere un rimborso. Chi ha pagato con carta di credito ha un vantaggio: in molti casi, può riavere i propri soldi attraverso una procedura di chargeback.



Auspicando che l'anno appena cominciato porti ai viaggiatori anche buone notizie, il Centro Europeo Consumatori Italia sarà nuovamente a disposizione di tutti i consumatori nel 2021 con informazioni e consigli gratuiti (sede di Bolzano tel.: 0471-980939 email: info@euroconsumatori.org; sede di Roma tel.: 06-44238090, email: info@eccnet-italia.it).


Bolzano, 19 gennaio 2021
Comunicato stampa

 

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